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3 Marzo 2025

Nuova follia Ue, obbligo auto elettriche aziendali dal 2030

flotte elettriche aziendali

L’hanno chiamato Dialogo Strategico, ma si deve leggere “imposizione forzata di auto elettriche aziendali” entro il 2030 . Non si riesce a trovare altre parole per descrivere l’incredibile proposta della Commissione Ue di fronte alla bocciatura del mercato delle auto a pile di massa.

La Commissione Europea deve proporre entro il 5 Marzo un piano per il pagamento delle multe delle Case automobilistiche per lo sforamento dei limiti di emissione CO2 fissato dal regolamento Fit fo 55, e che comporta multe miliardarie ai produttori di auto. Il nodo centrale risiede nel fatto che gli automobilisti europei (e italiano in particolare) non stanno acquistando le auto elettriche secondo i piani ipotizzati dalla Ue stessa.

In Italia la quota di mercato delle auto elettriche per il 2024 è ferma al 4,2%, mentre quello delle ibride plug-in è del 3,3% (dal 4,4% del 2023); la media in Ue è del 13,6%, mentre in Francia si assesta sul 16,9% e in Germania sul 13,5% (dal 18,6%).  In altre parole i sogni di Von der Leyen e commissari vari sulla cosiddetta “transizione green” sono stati ampiamente sconfessati dai consumatori (per il 2024 era prevista una quota intorno al 25%) che preferiscono in gran maggioranza i ben collaudati motori termici alle problematiche introdotte dalla “nuova” mobilità elettrica (che poi tanto nuova non è visto che l’automobile elettrica è nata prima di quella endotermica nel XIX secolo, vedi l’articolo qui)

(Fonte dati: News auto)

Le normative europee e l’incertezza sull’utilizzo futuro della propria auto hanno inoltre innescato la ritrosia di una percentuale consistente di automobilisti nell’acquisto di auto nuove (anche termiche) innescando il crollo complessivo del mercato: nel 2024 il mercato delle vetture nuove è crollato del 18% sul 2019 pre-pandemia.

La Commissione: costringere alle auto elettriche le aziende dal 2030.

Di fronte a questa situazione drammatica che sta contribuendo a cancellare l’industria automobilistica europea (è di poche ore fa la conferma della chiusura dello stabilimento Audi di Bruxelles, vedi qui) le richieste delle Case automobilistiche (sostenute da Anfia) sono state principalmente due:

  • eliminare o almeno congelare le multe di 16 miliardi di euro appioppate da Bruxelles ai costruttori che sforano i limiti alle emissioni attualmente in vigore.
  • Anticipare la clausola di revisione del regolamento che impone il bando termico 2035 a quest’anno.

Per tutta risposta la Commissione ha fatto uscire la bozza del Piano d’Azione che prevede l’anticipo dell’elettrificazione delle flotte Aziendali al 2030 (invece che dal 2035), inizialmente per le aziende con parco auto superiore a 100 unità. Transport & Environment calcola che questo anticipo annullerebbe le multe poichè imporrebbe l’immatricolazione di oltre 2 milioni di BEV intestate a queste aziende. (vedi le anticipazioni qui).

auto elettriche aziendali
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen

Siccome pochissimi acquistano le auto elettriche obblighiamo a farlo tutte le aziende con grossi parco auto. Questo significherà condannare all’inefficienza una serie di operatori costretti ad utilizzare mezzi elettrici al posto di quelli termici. Cosa faranno i rappresentanti di queste aziende che dovranno trovare le colonnine per la ricarica disponibili con lunghe soste quasi ogni giorno? Ed i corrieri che attualmente servono la provincia con tragitti di diverse centinaia di km tutti i giorni fra comuni e frazioni isolate?

Non è dato sapere.

E’ dato però immaginare cosa comporterà di lì a poco il riversarsi sul mercato dell’usato di questi veicoli che sono stati acquistati dalle aziende “a forza” per la genialata della Commissione. Una crollo ulteriore dei valori dei mezzi elettrici (che già scontano una svalutazione fortissima a fronte di un mercato esiguo), ed una corsa all’accaparramento degli ultimi termici prodotti.

“Le aziende in Europa stanno infatti elettrificando a un ritmo appena superiore rispetto ai privati (14,3% contro 13,6%). Infatti, nei due maggiori mercati automobilistici dell’UE, Germania e Francia, le aziende stanno addirittura elettrificando più lentamente rispetto al mercato privato. In Italia le percentuali di vendita delle BEV nel canale aziendale sono addirittura in calo dal 2021 (quando hanno rappresentato il 6,1%), con il 2024 che ha fatto registrare il 4,7%; un esiguo incremento del market share è stato registrato, lo scorso anno, nel settore privato (3,9% rispetto al 3,6% del 2023). Complessivamente, per entrambi i canali (aziendale e privato), le percentuali italiane in termini di vendita di BEV sono tra le più basse in Europa”. (Fonte: Transportenvinment).

Già il Governo si è infilato recentemente in questo tunnel con la riforma dei Fringe Benefit che a partire da quest’anno penalizzerà pesantemente in termini fiscali le aziende che assegneranno auto termiche ai dipendenti, forzando pesantemente gli stessi ad usare veicoli a zero emissioni (vedi in proposito il nostro articolo qui)

Nessuno dei geni della Commissione Europea si è mai chiesto perchè le aziende non elettrificano il proprio parco auto?

Inutile dire che questo piano è stato accolto con incredulità dagli operatori di settore.

“INCREDULITA’ E FORTISSIMA PREOCCUPAZIONE PER I CONTENUTI DELLE PRIME INDICAZIONI DEL PIANO D’AZIONE UE PER L’AUTOMOTIVE.
ANFIA ribadisce che, per salvare il settore in Europa e in Italia, bisogna avere il coraggio di adottare un piano strategico forte, che ridisegni il percorso della transizione da qui al 2035 e oltre – a partire da oggi, quindi con l’annullamento delle previste multe ai Costruttori europei – e richiama le misure essenziali e urgenti al momento non contemplate dal documento preliminare circolato” (clicca qui per leggere tutto il comunicato di Anfia)

Autore: Simone Burri
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