Trieste denuncia e ritiro patente per l’antidolorifico

Un motociclista 25enne di Trieste ha dovuto subire il ritiro patente per l’antidolorifico assunto a causa dell’estrazione di un dente. La cronaca che apparentemente ha dell’inverosimile, è purtroppo una triste realtà che può colpire chiunque si metta alla guida dopo aver assunto determinati farmaci. La vicenda si è conclusa positivamente dopo 6 mesi di privazioni, procedimento giudiziario e spese legali sostenute dal motociclista triestino.
Ne diamo notizia oggi perchè la vicenda è stata raccontata ieri 4 Marzo dal Piccolo di Trieste dopo che il tribunale ha dato ragione al giovane motociclista, sentenziando la sospensione dell’ordinanza prefettizia e la restituzione della patente. Ma vediamo da vicino la vicenda.
Esame delle urine, Antidolorifico riconosciuto come Oppiaceo
Il 27 Agosto del 2024 il giovane motociclista viene coinvolto in un incidente nel rione di Gretta, a causa di una auto che non gli da la precedenza. Il giovane finisce a terra e quindi portato in ospedale con il codice arancio. Come da prassi vengono eseguiti l’esame del sangue e delle urine per stabilire se si fosse messo alla guida in stato di ebbrezza (il motociclista non aveva alcuna colpa nell’incidente ma gli esami in caso di feriti vengono svolti a tutti). (ne da un resoconto anche l’Ansa vedi qui)

Ma ecco la sorpresa raccontata dall’avvocato del centauro: le analisi delle urine rivelano presenza di oppiacei, quelle del sangue invece no.
Come ha ricordato proprio l’Azienda Sanitaria di Trieste (Asugi) recentemente, le molecole di diversi farmaci sono simili a quelle di sostanze stupefacenti, e non tutti gli esami di laboratorio riescono a distinguerli (lo abbiamo riportato in questo articolo).
La codeina, ad esempio, presente in molti antidolorifici può essere scambiata per oppiaceo , come in questo caso.
Nel momento in cui la Polizia stradale ha acquisito il referto ha inviato la nota a Prefettura e Procura per infrazione dell’Articolo 187 del Codice della Strada, “Guida in stato di alterazione psico fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti”, aggravata dal sinistro stradale.
Va ricordato che l’esame delle urine, a differenza di quello del sangue, può rintracciare la presenza di una sostanza anche a settimane di distanza dall’assunzione.
Il giovano che non aveva assunto alcuna droga si è rivolto all’avvocato William Crivellari che è riuscito ad ottenere la sospensiva grazie ad un ricorso corredato di perizia medico legale sull’esame delle urine.
Con l’ultima riforma del Cds nessun ricorso è possibile
Questa vicenda deve farci riflettere perchè è accaduta mentre era in vigore la vecchia formulazione della guida sotto sostanze stupefacenti del Codice della Strada. Infatti l’incidente si era consumato in Agosto 2024, e la riforma voluta da Salvini è del 25 Novembre 2024.
Con la riformulazione dell’articolo 187 del Codice della strada, la quale non prevede l’accertamento dello stato di alterazione psicofisica al momento della guida per incappare nel reato di “Guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti” (ne abbiamo parlato ampiamente anche qui) basta la positività al test antidroga per incappare nel reato (con conseguente sospensione e poi revoca della patente di 3 anni) indipendentemente se questa positività sia determinata dall’assunzione di droghe o di farmaci (Vedi la prese di posizione dei Farmacisti al riguardo). Se questo evento fosse accaduto dopo la modifica in vigore il motociclista non avrebbe potuto opporre al giudice il fatto che la positività al test delle urine era dovuta all’antidolorifico, perchè per l’attuale normativa è del tutto irrilevante.
Nella Legge approvata il parlamento (ed il Ministero) fingono di non sapere che in molti casi gli esami di laboratorio daranno esito positivo ai test delle droghe se l’automobilista ha assunto semplici farmaci.
Il Tavolo tecnico per escludere i Farmaci è sparito

In seguito alle numerose proteste suscitate dalla legge n. 177 / 2024 il Ministro Salvini aveva promesso un Tavolo Tecnico col Ministero degli Interni e della Salute per elaborare linee guida che escludessero i pazienti che assumono farmaci sotto prescrizione dalla scure del nuovo Cds, alcune associazioni di pazienti avevano anche anticipato una class action contro il ministero in caso questo Tavolo tecnico non fosse stato convocato entro il 20 Gennaio.
Siamo al 5 Marzo ed ancora del Tavolo Tecnico che dovrebbe scagionare milioni di italiani dal rischio di finire a processo per aver semplicemente guidato la propria auto, non c’è alcuna traccia