Stellantis in crisi e Vw chiude 3 fabbriche
Arrivano i primi risultati concreti del Regolamento Ue “Fit for 55”, Volkswagen chiude tre fabbriche in Germania. Lo ha annunciato la presidente del Consiglio di fabbrica del Gruppo, Daniela Cavallo (per leggere l’ansa clicca qui), anche se non è ancora trapelato su quali stabilimenti verranno chiusi i cancelli.
Vw chiude 3 fabbriche
I rumors danno quasi sicuro quello di Osnabrueck storica fabbrica della Bassa sassonia dove si sono assemblati o interamente prodotti modelli come VW Golf VI Cabrio, Porsche Boxster (Tipo 981), Porsche Cayman (Tipo 981c), VW XL1, Porsche Cayenne (Tipo 92A), VW Tiguan I / Tiguan II, Škoda Fabia III, Porsche 718 Cayman (Tipo 982), MOIA Plutone, Škoda Karoq.
Attualmente a Osnabrueck si produce interamente la VW T-Roc Cabriolet, mentre vengono assemblate o verniciate VW Arteon Shooting Brake, Porsche 718 Boxster (Tipo 982), Porsche 718 Cayman (Tipo 982).
Secondo il Consiglio di amministrazione, questo è solo l’inizio perchè anche gli altri 7 impianti industriali tedeschi del gruppo subiranno un ridimensionamento. Si parla di decine di migliaia di lavoratori in via di licenziamento, oltre al taglio del 10% degli stipendi. Altri stabilimenti prossimi alla chiusura sono in giro per l’Europa, come quello di Bruxelles, dove si produce l’Audi Q8 e-tron (ne abbiamo parlato qui). A tutti questi vanno aggiunte le perdite di commesse per l’indotto.
E qui trema tutto il comparto automotive dell’Alta Italia, perchè “ci sono realtà più piccole che fanno parte dell’indotto delle grandi aziende che rischiano di esser messe in ginocchio” soprattutto al di quà delle Alpi come paventa la Fiom (vedi le dichiarazioni qui).
E il governo tedesco cosa fa? Dorme, come da copione scritto dalla Commissione Ue.
“Per ora non ci sono notizie ufficiali e dobbiamo aspettare che Volkswagen chiarisca” scrive la nota del cancelliere Scholz
Stellantis in crisi
Un altro pilastro dell’industria automobilistica Europea non è messo molto meglio. Stellantis, dopo l’annuncio del taglio alla produzione di auto termiche a partire dal 1 Novembre (causa mancata vendita delle termiche, vedi l’annuncio qui). Uno stop alle catene di montaggio riguarderà gli stabilimenti di Pomigliano D’Arco, Termoli e Pratola Serra sempre a partire dal 1 Novembre. Il calo delle Vendite del gruppo, rispetto al 2023 è del 17% in Europa, e del 36% in Usa.
E’ questo il paradosso creato dal Regolamento Fit for 55 della Commissione Ue, fortemente voluto da Ursula Von Der Leyen e difeso con le unghie anche recentemente dalle timide richieste di 10 Governi che ne chiedevano una revisione. Esso impone per il prossimo triennio un mix di vendite per ciascun produttore che contempli all’incirca un quarto di auto elettriche sul totale di immatricolato in Europa.
Visto che le elettriche in Italia e Spagna gli acquirenti non arrivano al 5%, mentre nel complessivo dei paesi Ue rimane comunque al 13,1% (vedi nel dettaglio qui), la Strategia di Stellantis sarà quella di aumentare la produzione di auto che la gente non vuole, riducendo al contempo produzione e vendita di quelle a benzina gasolio e GPL richieste dal mercato. Il tutto per evitare di dover pagare i miliardi di multa previsti diabolicamente dal Fit for 55, in caso di sforamento della soglia media di 94,6 g/km di CO2 per auto immatricolata.
E’ chiaro che questo processo porterà in brevissimo all’azzeramento dell’industria auto europea, a vantaggio di quella Asiatica, cinese in primis, ma anche giapponese e coreana nel breve termine.
Il Governo Italiano, apparentemente, sembra opporsi o quanto meno cercare di smussare gli angoli.
Oggi, inviando un videomessaggio al ForumAutomotive 2024 il Ministro del Mise Adolfo Urso ha dichiarato: “Siamo a un bivio. L’Europa deve decidere ora se confermare gli obiettivi di azzeramento della CO2 al 2035 o metterlo in discussione per attenuare le ricadute in termini di tenuta sociale ed economica, consentendo alle nostre imprese di prepararsi meglio”…”chiediamo di anticipare da fine 2026 ai primi mesi del 2025 la revisione del rapporto di regolamento sulle emissioni della CO2 dei veicoli leggeri per concedere alla nostra industria le risorse necessarie e le modalità regolatorie per accelerare sull’attuale traiettoria, recuperando lo svantaggio accumulato. Vogliamo anticipare questa decisione perché farlo a fine 2026 vuol dire farlo quando sarà troppo tardi” (leggi qui).