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23 Giugno 2025

Regioni Governo o Ue, Chi sono i responsabili dei blocchi diesel?

responsabili dei blocchi diesel

Questo articolo cerca di fare un po’ di chiarezza su Chi e quando ha deciso i “blocchi antismog” ovvero chi sono i responsabili dei blocchi diesel nelle 4 Regioni del Bacino Padano prima, e successivamente delle grandi città delle altre Regioni d’Italia.

Neri vari articoli che circolano sull’argomento in queste settimane si sente dire spesso che il blocco dei Diesel Euro 5 che scatterà il 1 Ottobre 2025 discenderebbe da un Decreto del Governo del 2023 (lo ha ribadito recentemente anche l’assessore all’ambiente del Veneto Giampaolo Bottacin, (leggi qui il comunicato stampa integrale), ma questo non corrisponde alla reale genesi normativa dei Blocchi e qui sotto spiegheremo passo passo come si è dato vita a questa assurda limitazione della libertà di circolazione.

Dopo le limitazioni delle “targhe alterne” degli anni 90 (circolazione consentita domenicalmente solo alle auto a targa pari o dispari dentro le città) che avevano la finalità di decongestionare il traffico si è gradualmente passato sul finire di quel decennio a spostare l’obiettivo dei divieti di circolazione dal traffico a all’inquinamento dell’aria. Alla fine degli anni 90 alcune amministrazioni cittadine hanno iniziato a imporre divieti alle sole auto particolarmente datate con la scusa di un supposto inquinamento maggiore prodotto dalle stesse rispetto ai modelli nuovi.

Questo nuovo obiettivo aveva come conseguenza un aumento delle vendite di auto nuove che i provvedimenti delle più “democratiche” targhe alterne non poteva avere, perchè nei divieti incappavano tanto le auto nuove quanto quelle vecchie.

Cambio di passo, gli Accordi di Bacino Padano

Il primo Accordo di Bacino Padano è stato firmato nel 2005, con l’obiettivo di individuare e promuovere iniziative comuni per la gestione della qualità dell’aria nelle regioni del Nord. Questo accordo ha visto la creazione di un inventario delle emissioni (INEMAR) ma solo nel 2017, è stato firmato un Nuovo Accordo di Bacino Padano, che ha introdotto misure più specifiche e vincolanti sui blocchi alla circolazione, e precisamente:

Schema dei Blocchi minimi Previsti nel “Nuovo accordo di Bacino Padano” del 2017, “in assenza di sforamenti delle polveri sottili

Questo Nuovo Accordo e queste restrizioni sono la risposta italiana alle procedura di infrazione dell’Unione Europea per il superamento continuato dei valori limite dei PM10 in Pianura Padana previsti dalla Direttiva 2008/50/CE

Il nuovo accordo, sottoscritto dai 4 presidenti di Lombardia (Roberto Maroni), Piemonte (Sergio Chiamparino), Veneto (Luca Zaia), Emilia-Romagna (Stefano Bonaccini) e dal Ministro dell’Ambiente (Gian Luca Galletti), mira a ridurre le emissioni inquinanti, in particolare quelle legate al traffico veicolare e al riscaldamento domestico. (per leggere il testo completo dell’Accordo clicca qui). Va notato che i 4 presidenti appartenevano 2 al centrodestra e 2 al centrosinistra. 

Nei preamboli dell’accordo, pur riconoscendo che i fenomeni di accumulo derivano dalle condizioni orografiche geografiche e climatiche della Pianura Padana, i 4 Presidenti stabiliscono già nel 2017 che gli Euro 5 Diesel sarebbero stati bloccati “in assenza di sforamenti” dal 1 Ottobre 2025.

Uno degli aspetti diabolici dell’Accordo di Bacino Padano è stato il coinvolgimento di numerosissimi comuni, ricompresi nei cosiddetti “Agglomerati” ed alcuni molto piccoli, nell’obbligo a limitare la circolazione a veicoli posteriori all’Euro 3. (Per il Veneto si veda la zonizzazione e gli ambito di applicazione dei divieti qui). E’ assolutamente falso il fatto che queste restrizioni si applicherebbero solo alle grandi città e centri superiori ai 30.000 abitanti come si legge in diverse testate giornalistiche.

Comuni coinvolti:

  • Veneto: 81
  • Piemonte: 76
  • Emilia Romagna: 33+ numero imprecisato dei 98 comuni di Pianura
  • Lombardia: 570

Nel frattempo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea il 10 novembre 2020 ha condannato per il mancato rispetto della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente n. 2008/50/CE, a causa del sistematico superamento dei valori limite del PM10 in determinate zone e la mancata adozione di misure appropriate per rendere il più breve possibile il superamento

Fuga in Avanti del Piemonte nel 2023

La Regione Piemonte ad Agosto- Settembre 2023 ha paventato il blocco dei Diesel Euro 5 in anticipo di 2 anni rispetto ai tempi previsti dall’accordo di Bacino Padano. Il Governo è intervenuto con Decreto Legge 121/2023 per riportare le limitazioni alle scadenze previste originariamente dall’Accordo di Bacino Padano.

blocco auto in piemonte
blocco auto in piemonte

Rinvio del Blocco Euro 5?

I Diesel Euro 5 sono in realtà già soggetti a multa in caso di circolazione durante le allerte arancio, in tutti i comuni che abbiamo descritto prima.

L’accordo di Bacino Padano prevede i blocchi minimi “in assenza di sforamenti” delle polveri, ovvero in Allerta Verde. Ma i PRTRA delle regioni prevedono tutti degli inasprimenti delle limitazioni nei giorni di sforamenti delle polveri (Allerta Arancio e Rossa). E’ già dal 2020 (anche se poi sostanzialmente rese inefficaci per le Restrizioni della cosiddetta Pandemia) che le Ordinanze comunali prevedono il Blocco degli Euro 5 Diesel nei giorni di Allerta Arancio. Le Allerte vengono annunciate dalle Arpa Regionali in 3 giorni fissi alla settimana, entrano in vigore il giorno successivo all’annuncio e non possono essere previsti dai cittadini gettando quindi nell’incertezza totale i possessori di questi veicoli riguardo l’utilizzo dell’auto o veicolo commerciale.

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato una forma di rinvio dei blocchi ai soli Euro 5 Diesel (gli altri veicoli resteranno in multa) soprattutto per aiutare i lavoratori. Questo provvedimento si concretizzerà a breve in un Emendamento al Decreto Infrastrutture che dovremmo poter consultare entro il 20 Luglio.

Sarà una semplice deroga per il tragitto casa-lavoro? Oppure un rinvio di un anno del blocco dei Diesel Euro 5? E in caso di allerta Arancio o Rossa i Diesel Euro 5 potranno circolare oppure saranno in blocco?

Lo capiremo appena il decreto definitivo sarà pubblicato.

I Blocchi nei Comuni sono quasi tutti fuorilegge sulle ZTL

Ma i comuni possono monitorare le ZTL con telecamere ed elevare sanzioni di conseguenza ai veicoli che non rispettano i requisiti della ZTL (residenza e/o categoria ambientale dei veicolo)? La risposta è sì, a patto che tale Zona a Traffico Limitato sia prevista nel Piano Urbano del Traffico e nel Piano Generale del Traffico Urbano, che vanno aggiornati ogni 2 anni. Tale obbligo è previsto all’articolo 36 del Codice della Strada che è la Legge di riferimento della circolazione stradale.

Ebbene quasi tutti i comuni del Veneto, ad esempio, non hanno nè un PUT nè un PGTU, e tanto meno i pochi che l’hanno predisposto hanno un PTU aggiornato. Vedi la segnalazione di Altvelox al riguardo qui (Multe illeggittime ZTL- Altvelox

Le polveri sottili non dipendono da attività umane

Le polveri sottili (PM10 e PM 2,5) vengono ricondotte alle attività umane quali trasporti, industria chimica, combustione di biomassa e gas metano, spandimento di liquami agricoli in misura preponderante. Anche la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 10 Novembre 2020, e la direttiva Europea 2008/50/CE presuppongono (erroneamente) che le fonti di emissioni principali siano di origine antropica.

L’unica occasione di verifica sulla teoria dell’origine antropica delle polveri sottili è stato il clamoroso caso del Lockdown del 2020, e di tutto quell’anno funestato di restrizioni di ogni tipo.

Ebbene nel 2020 le emissioni di PM10 registrate in Veneto sono aumentate rispetto agli anni precedenti o successivi privi di restrizioni. Nel Marzo 2020 si è perfino verificato il record di PM10 mai registrate, e la stessa Arpav ne ha successivamente riconosciuto la composizione naturale, individuandone la fonte nelle sabbie del deserto del Karakorum trasportate dai venti (vedi la pagina dedicata qui)

Rilevazione dei Pm10 della stazione dio san Bonifacio – Marzo 2020

Autore: Simone Burri
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