Prime crepe sul Green Deal in Ue, la Polonia: cambiare le regole

A due giorni dall’insediamento di Trump alla Presidenza Usa, iniziano a levarsi voci autorevoli contro il Green Deal in Ue. Il Green Deal Europeo (Patto Verde Europeo, ndr) è composto da una serie di “pacchetti” legislativi emanati dalla Commissione Ue che vanno a rivedere ogni legge vigente in materia di clima, introducendone di nuove, con l’obiettivo di rendere l’Unione europea il primo “blocco climaticamente neutro” (ovvero ad emissioni Zero dei cosiddetti gas serra) entro il 2050.
All’interno di questo programma è centrale il bando alla vendita delle auto termiche al 2035, e la soglia di 94,6 g/km di CO2 media dell’immatricolato prevista per ciascun gruppo automobilistico nel il triennio 2025-2027. (vedi la pagina dedicata del consilio europeo qui)
Attacchi al Green Deal Europeo dopo la sconfessione USA
Subito dopo l’annuncio dato da Trump della fine del Green Deal in Usa (ne abbiamo parlato qui), è scoppiata in Olanda una campagna di stampa contro l’artefice delle norme sulle emissioni auto che stanno mettendo in difficoltà le Case automobilistiche, l’ex commissario Frans Timmermans.


Secondo una inchiesta del maggior quotidiano dei Paesi Bassi l’Ue Per anni, la Commissione Ue ha sovvenzionato” lobby ecologiste per “fare pressioni a favore” del Green Deal sia nel parlamento europeo che nelle istituzioni degli Stati membri. “Alle organizzazioni sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying verso eurodeputati e Paesi membri“. Insomma le ONG ambientaliste percepivano da Bruxelles sovvenzioni in base a quanti deputati “convincevano” a votare i provvedimenti, ed anche in base al grado di adeguamento dei testi normativi nazionali alle regolamentazioni Ue. Il tutto corredato da meticolose rendicontazioni. Per questa forma di pressione (o di corruzione?) la Commissione avrebbe utilizzato denaro proveniente da “un fondo multimiliardario” per gli scopi politici dei suoi dirigenti. (Fonte: De Telegraaf)
Il telegraaf cita contratti riservati, tra cui uno per esempio da 700mila euro “per orientare il dibattito sull’agricoltura”.”Per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato” lobby ecologiste per “fare pressioni a favore” del Green deal: “Alle organizzazioni – denuncia il Telegraaf – sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri”. (Fonte: Ansa)
Il primo Ministro polacco, cambiare il New Deal
Contemporaneamente la Polonia che assume la presidenza Ue per i prossimi 6 mesi chiede di cambiare tutto il piano del New Deal in Ue.

In un infuocato discorso al Parlamento europeo, il primo ministro polacco Donald Tusk ha chiesto la deregolamentazione. Se dipendesse da lui, il Green Deal dell’ex commissario europeo Frans Timmermans verrebbe tagliato. “Se falliamo non possiamo fare nulla per l’ambiente.”
Secondo il primo Ministro polacco (liberale e filo-europeista) l’alto costo dell’energia europea e la necessità di aumentare le spese per la Difesa fino alla spaventosa soglia del 5% del PIL impongono l’abbandono delle politiche Green.
“Come possiamo competere con la Cina o gli Stati Uniti se i prezzi dell’energia in Europa sono tre volte più alti?”, si chiede Tusk. “È importante avere a cuore l’ambiente, ma c’è un ma. Non dobbiamo perdere la nostra posizione competitiva e diventare un continente di idee e persone ingenue e credulone. Se andiamo in bancarotta, non potremo più fare nulla per l’ambiente”.
Lo statista polacco ed ex leader dell’UE ritiene che tutte le regole debbano essere esaminate in modo critico. “Sto parlando del Green Deal. Dobbiamo identificare le parti problematiche e avere il coraggio di cambiare” (Fonte: De Telegraaf)
Altavilla BYD: Green Deal è suicidio assistito
Non sono i politici ad esporsi in questi giorni contro le politiche cosiddette Green in Ue. Anche le case automobilistiche vanno all’attacco delle norme che uccidono l’industria europea limitando la scelta dei consumatori.
E paradossalmente è un marchio cinese, fino al 2023 improntato prevalentemente all’elettrico, a esprimere il giudizio più duro. Alfredo Altavilla, già braccio destro di Sergio Marchionne e oggi special advisor per l’Europa di BYD:
“Purtroppo, il famoso Green Deal è congegnato in maniera tale da favorire la scomparsa di costruttori europei, una sorta di suicidio assistito”

“Dobbiamo tutti imparare a difendere il concetto che per legge non si può stabilire quello che compra il cliente. Quando si è passati alle reti 5G, nessuno ha detto che non si doveva più comprare il 4G. Nel settore delle auto, invece, qualcuno ha detto che dal 2035 non si compreranno più prodotti termici: andare contro il mercato è perdente per definizione. Il settore ha bisogno di una regolamentazione più intelligente”.(Fonte: Quattroruote)