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28 Luglio 2025

Iveco venduta a Tata, avanza il programma di deindustrializzazione

iveco venduta a tata

Continua la disindustrializzazione programmata dell’Italia e dell’Europa, dopo scorporamento di Iveco fra il ramo Difesa ed il ramo civile di cui avevamo dato notizia qui arriva puntuale la notizia di Iveco venduta a Tata Motors.

Non sarebbe la prima volta che Iveco si trova coinvolta in una potenziale vendita: già nella primavera del 2021, la società era stata al centro di colloqui con il gruppo cinese Faw, poi naufragati — una conclusione allora vista con favore sia dal governo italiano sia dalle organizzazioni sindacali. Questa volta, però, le prospettive appaiono più concrete. Dal 18 luglio, giorno in cui sono emerse le prime notizie su un possibile accordo con Tata, il titolo Iveco ha guadagnato circa il 25% in Borsa. (vedi info al riguardo anche qui).

il Logo di tata

Oggi però la notizia dell’accordo raggiunto fra il colosso Indiano Tata Motors e la società di casa Agnelli Exor che detiene il 27,1% delle quote di Iveco ed il 43,1% dei diritti di voto, getta una luce diversa sulle strategie industriali di tutto il comparto Automotive.

Iveco è leader in Italia per quanto riguarda il comparto Veicoli industriali leggeri e pesanti, e già lo scorporo della sua divisione difesa che continuerà a lavorare per Leonardo e il ministero della Difesa, formalizzato a Febbraio, lasciava intendere che furgoni e camion per i civili sarebbero stati dismessi.

iveco venduta a Tata
IVeco Multiruolo Leggero LMV2

“Vista la rilevanza strategica dell’azienda per l’economia nazionale, il governo italiano potrebbe attivare il “golden power”, uno strumento che consente all’esecutivo di bloccare o porre condizioni a operazioni societarie che riguardano settori sensibili, come quello della difesa, dell’automotive e della logistica. In particolare, il governo potrebbe imporre vincoli per tutelare l’occupazione, il know-how italiano e la presenza degli stabilimenti produttivi sul territorio nazionale. La mossa sarebbe in linea con quanto già accaduto in altri dossier recenti, in cui l’interesse industriale italiano è stato giudicato prioritario.” (Fonte: Torino Cronaca).

Ma è proprio l’azione di scorporo preventivo di IVECO DIFENSION VEHICLES dalla Casa Madre a far ritenere gli esperti che il Governo non voglia esercitare questo ruolo assecondando il programma di disindustrializzazione programmato del vecchio continente in sede Ue.

Basta Auto, l’Italia punta su Pannoloni e saturimetri

Iveco ha una capitalizzazione di mercato di oltre 4 miliardi di euro e conta 36.000 dipendenti, di cui 14.000 in Italia. Ed è in difficoltà: ha infatti chiuso il primo trimestre del 2025 con ricavi consolidati per 3 miliardi di euro, in calo del 10 per cento rispetto all’anno prima; l’utile netto adjusted è diminuito del 45 per cento, da 153 milioni a 84, mentre i ricavi sono crollati da 137 milioni a 38.

John Elkann è amministratore delegato della Exor N.V.

“L’impressione è che la famiglia Agnelli intenda abbandonare il business della produzione di veicoli, o quantomeno ridurre la sua presenza, anche considerata la cessione della maggioranza di Comau (automazione industriale per l’automotive), la possibile vendita del marchio di lusso Maserati, i risultati negativi di Cnh Industrial (macchinari per l’agricoltura e le costruzioni) e la crisi generale del gruppo Stellantis.

Exor ha anche venduto il 4 per cento di Ferrari, lo scorso febbraio, riducendo la sua partecipazione al 20,8 per cento ma restandone comunque l’azionista di controllo. Ferrari – recentemente lodata dall’Economist, settimanale britannico sempre di proprietà di Exor – ha una capitalizzazione di mercato di 76 miliardi di euro, che nel comparto automobilistico è superata solo da quelle di Tesla, Toyota e Byd.

Stellantis è presieduta da John Elkann (l’amministratore delegato di Exor) ed è proprietaria dei marchi Fiat, Chrysler, Citroen, Opel, Peugeot, Lancia e Jeep, tra gli altri. Nel primo semestre di quest’anno il gruppo ha riportato una perdita netta di 2,3 miliardi di euro, un cash flow delle attività industriali negativo per 2,3 miliardi, un flusso di cassa libero industriali in perdita per 3 miliardi e un calo del 6 per cento delle consegne di veicoli.

In Italia Stellantis ha prodotto 221.885 unità tra automobili e veicoli commerciali nella prima metà del 2025, con un calo del 26,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. Le previsioni del sindacato Fim-Cisl dicono che l’anno si chiuderà con circa 440.000 unità prodotte nel nostro paese, molto meno delle 475.090 unità del 2024.

L’apparente ritirata di Exor dal settore automobilistico potrebbe venire bilanciata da un ingresso ancora più convinto in quello sanitario. Già nel 2022, peraltro, Elkann scriveva nella lettera agli azionisti di Exor che l’healthcare è “un settore che continuerà a crescere nel corso dei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana […]. In un mondo con una popolazione che cresce e diventa più longeva, si avverte sempre più l’esigenza di ridurre i costi e migliorare la qualità dei sistemi sanitari, creando così interessanti opportunità di impiego del capitale

iveco venduta a tata

Il veicolo della famiglia Agnelli ha investito nell’Institut Mérieux, holding francese che gestisce diverse società di tecnologie sanitarie come BioMérieux, Mérieux NutriSciences, Transgene e Advanced BioScience: ne possiede il 10 per cento. Detiene poi il 45,2 per cento delle quote di Lifenet Healthcare, gruppo sanitario italiano che possiede strutture ospedaliere, centri ambulatoriali e cliniche oculistiche: è guidato da Nicola Bedin, ex-amministratore delegato del Gruppo Ospedaliero San Donato e dell’Ospedale San Raffaele.

Ma soprattutto Exor ha il 17,5 per cento di Philips, ex-conglomerato olandese dell’elettronica che una decina d’anni fa ha iniziato a concentrarsi sulle tecnologie per la salute, come i macchinari di scansione e i sensori per il monitoraggio dei pazienti.

Articoli correlati” (Fonte: Startmag)

Autore: Roberto Menego
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