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7 Marzo 2025

Il Piano d’Azione per l’Auto e l’arte del non decidere

piano d'azione per l'auto

Finalmente dopo due mesi di tira e molla abbiamo potuto leggere questo Piano d’Azione per l’Auto rilasciato dalla commissione Europea (18 pagine in tutto). Si tratta delle tanto agognate linee guida della commissione europea per l’industria automobilistica, dopo le levate di scudi generalizzate nel settore contro i regolamento che impone le tappe dell’elettrificazione forzata ed il bando delle auto termiche allo scadere del 2035.

In teoria questo piano d’azione avrebbe dovuto recepire i rilievi delle case automobilistiche, dopo che la Commissione stessa aveva escluso l’anticipo della revisione dei limiti alle emissioni al 2025, previsto dai regolamenti al 2026. Questioni di lana caprina? No.

Guido Guidesi
Guido Guidesi assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia

Bisogna partire dai dati di fatto riassunti dall’Assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi, che è anche presidente dell’Automotive Regions Alliance: “Se saranno confermate le voci che arrivano da Bruxelles rispetto a ciò che Ursula von der Leyen presenterà mercoledì 5 marzo non ci sarà nessuna inversione. Se così fosse, potremmo dichiarare definitivamente la morte del comparto. O si cambia o è la fine, non c’è più tempo: consumatori, mercato e l’attuale contingenza economica hanno già evidenziato come l’unica strada intrapresa dalla Commissione Europea porti al ‘suicidio economico‘ più grande della storia industriale. Servono radicali cambiamenti e interventi su sanzioni costruttori, flessibilità e neutralità tecnologica, come più volte proposto sia dall’intero sistema lombardo, sia dall’Automotive Regions Alliance. Il nostro è l’ennesimo appello alla ragione”. (leggi le dichiarazioni anche su “La provincia di Varese“)

Cosa è contenuto nel Piano d’Azione per l’auto

Il piano propone misure concrete in cinque aree:

  • innovazione e digitalizzazione;
  • mobilità pulita;
  • competitività e resilienza delle catene di approvvigionamento;
  • competenze e dimensione sociale;
  • un ambiente imprenditoriale equo.
Il Commissario per i Trasporti Ue, Apostolos Tsitsikostas

Nel documento viene scritto anche che revisione delle multe alle Case per il 2025, mentre, a margine della conferenza stampa di oggi, il commissario per i Trasporti, Apostolos Tsitsikostas, ha detto che l’Europa si atterrà agli obiettivi 2035 ovvero allo stop dei motori termici.

Il commissario ha poi aperto ai carburanti alternativi: “Abbiamo già detto che i carburanti sintetici hanno un ruolo da giocare nel garantire la neutralità climatica. Valuteremo nel contempo se altre tecnologie potranno avere un ruolo. Il regolamento sarà oggetto di una verifica nella seconda parte dell’anno”.

Incentivi auto “europei”

L’Ue coordinerà gli incentivi alle auto degli stati europei proponendo schemi di incentivo da recepire a livello statale tramite le Raccomandazioni della Commissione he identificherà anche le fonti di finanziamento UE da cui gli Stati membri possono supportare tali incentivi (e qui c’è da tremare…)

Multe alle Case Auto per sforamenti emissioni CO2

E’ uno dei punti cruciali per capire se l’Ue ha qualche intenzione di fare dietro front oppure no.

Il documento prevede flessibilità sugli obiettivi CO2 2025 da parte delle Case Automobilistiche, potendo raggiungere i loro obiettivi di conformità con la media delle loro prestazioni su un periodo di tre anni (2025-2027).

Cosa significa questo punto? Significa che quest’anno un gruppo può immatricolare qualche termica in più rispetto ai limiti imposti dalla media dei 94,6 g/km di CO2 per auto venduta, a patto di immatricolarne in meno rispetto a tale soglia nei prossimi 2 anni.

Sic stantibus rebus da domani i produttori dovrebbe iniziare ad inviare meno auto ai concessionari (o inviarne secondo le richieste del mercato ma pagare per ciascuna i crediti di carbonio a Tesla e agli altri gruppi produttori di sole elettriche).

Contemporaneamente però la Commissione sconfessa se stessa anticipando la revisione dei limiti di emissione al terzo o quarto trimestre del 2025, invece che al 2026, rimettendo in gioco la possibilità di poter vendere le termiche senza subire multe per quest’anno. Cosa decideranno di fare i grandi gruppi in questa situazione di incertezza? Vedremo.

La Commissione dice il documento accelererà i lavori per il riesame previsto del regolamento sulle norme in materia di CO2 per le automobili e i furgoni (ma non viene detto in concreto in quale direzione andrà questo riesame!!!)

L’Alleanza Europea per i Veicoli Connessi e Autonomi

Verrà lanciata l’Alleanza Europea per i Veicoli Connessi e Autonomi che raggruppa gli attori europei del settore per sviluppare la prossima generazione di veicoli, “concentrandosi su elementi comuni di architettura, componenti hardware e software europei condivisi, nonché sulla loro standardizzazione”. Tali azioni saranno sostenute da investimenti congiunti pubblico-privato di circa 1 miliardo di euro nel programma Horizon Europe che va dal 2025 al 2027.

Vengono previste regole chiare per la guida autonoma e, oltre a istituire un quadro normativo armonizzato per i test e l’omologazione di questi veicoli (facilitando l’introduzione di modelli con ADAS avanzati), introduce nuove normative per la sicurezza informatica dei veicoli connessi, inclusi standard per proteggere i dati e prevenire attacchi informatici (Cybersecurity).

Il sostegno all’auto elettrica

La Commissione europea promuoverà l’adozione di veicoli a zero emissioni attraverso due principali iniziative:

  • sostegno agli utenti a basso reddito con schemi di leasing sociale per i veicoli a zero emissioni, che verranno incentivati tramite già nel 2025 (in Italia il tentativo di istituirlo è nato e abortito nel 2024);
  • spinta l’adozione nelle flotte aziendali, che rappresentano il 60% delle immatricolazioni di auto nell’UE attraverso facilitazioni fiscali, come quello già introdotto quest’anno dal governo italiano (ne abbiamo parlato qui)

Non abbiamo trovato traccia invece, delle anticipazioni fatte filtrare nei giorni scorsi, che prevedevano l’elettrificazione forzata delle flotte aziendali a partire dal 2030 (vedi l’articolo qui)

Il Piano d’Azione dell’Europa prevede inoltre l’espansione della rete di ricarica attraverso investimenti per 570 milioni di euro nel 2025-2026 per nuove infrastrutture di ricarica rapida e l’obbligo per gli Stati membri di semplificare e accelerare i processi di connessione alla rete elettrica per le colonnine (vedi l’approfondimento su InsideEVs.it).

Etichettatura ambientale: dal 2026 le auto dovranno riportare informazioni trasparenti sulla provenienza dei materiali e sulla CO2 generata nella produzione.

Altri Dazi sulle auto cinesi

Ulteriori calci ad investimenti esteri in Europa la Commissione li tirerà imponendo di rispettare condizioni più rigide, come joint venture con aziende UE o trasferimento di tecnologie. I costruttori stranieri dovranno stringere accordi con aziende locali per poter operare entro i confini europei.

Allo stesso tempo l’Europa ha garantito uno sfoltimento normativo promettendo una revisione della regolamentazione sulle omologazioni per accorciare i tempi di approvazione di nuovi modelli.

Mezzi pubblici e veicoli commerciali

La Commissione lavorerà per incrementare l’uso di veicoli pesanti a zero emissioni, anche attraverso l’esenzione dai pedaggi stradali per i camion a zero emissioni, con un emendamento alla Direttiva Eurovignette previsto nei prossimi mesi.

piano d'azione per l'auto

Reazioni Negative dal comparto

Reazioni negative dal comparto auto, ecco le principali

L’Acea (Associazione costruttori auto europei)

“Il piano d’azione identifica molti campi chiave in cui è necessario un lavoro immediato. La flessibilità proposta per soddisfare gli obiettivi di CO2 nei prossimi anni è un gradito primo passo verso un approccio più pragmatico alla decarbonizzazione dettato dalle realtà geopolitiche e di mercato […] Tuttavia, nonostante siano state delineate diverse misure promettenti per promuovere l’implementazione delle infrastrutture e l’adozione di veicoli pesanti a zero emissioni, questo segmento di veicoli non ha ancora un impegno esplicito per avviare la revisione degli standard di CO2 nel 2025, inclusa una valutazione urgente delle condizioni abilitanti”. (Fonte: Ferpress)

 Clepa (Associazione dei produttori di componentistica auto)

“Accoglie con favore il suggerimento del Commissario Tzitzikostas alla conferenza stampa odierna, secondo cui la revisione delle normative sulla CO2 inizierà nel 2025, anziché nel 2026 come previsto dalla normativa, e di farlo sulla base di un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico. Tuttavia, il testo del Piano d’azione non contiene impegni concreti […] La domanda cruciale rimane: come verrà implementata nella pratica la neutralità tecnologica? (Fonte: Motor1)

Federauto

“È sorprendente l’accanimento terapeutico che la Commissione UE mostra di voler esercitare nei confronti dei veicoli elettrici nonostante gli evidenti segnali di scarso appeal che emergono dal mercato reale e i drammatici effetti su industria e lavoro già manifestatisi. L’Action Plan appena presentato dalla Commissione UE continua nel solco di una impostazione dirigistica che ha già espresso tutta la sua debolezza strategica, aggiungendo generici indirizzi a supporto di una sola tecnologia, quella meno attrattiva per il mercato, quella elettrica. La Commissione europea continua ad essere prigioniera di un approccio dogmatico, quello di chi dispensa teorie, compromettendo inesorabilmente la vitalità di un settore fondamentale dell’economia reale europea. Dispiace doverlo dire, siamo di fronte all’ennesima occasione perduta, che non giustifica alcuna espressione di soddisfazione. Chiunque conosce le regole del mercato dell’Automotive sa che questo genere di “soccorsi” servono a poco o a nulla. Ci si chiede quali effetti tangibili possa produrre un piano d’azione che intende supportare la tipologia di prodotto meno interessante per il mercato (l’auto elettrica ha una quota di mercato in Europa di appena il 15%, con trend in sensibile decrescita) al di là del limitato sostegno finanziario alla produzione europea delle batterie” (Fonte: Federauto)

Autore: Simone Burri
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