Fallimento elettrico Ue: Northvolt ed Energica
Il fallimento elettrico dell’industria Europea è reso paradigmatico da due casi recenti: il colosso delle batterie svedese Northvolt e la piccola ma innovativa azienda italiana di moto elettriche Energica.
Northvolt, fondata nel 2016 dall’ex dirigente Tesla Peter Carlsson. Ha aperto una filiale commerciale in America nel 2022 per espandere il suo mercato oltre l’Europa era considerata l’unica vera speranza dell’Europa per una indipendenza nella produzione di batterie per le auto elettriche
E’ nata per contendere il mercato ai colossi asiatici delle batterie, sfruttando l’energia idroelettrica del nord della Svezia. Northvolt aveva raccolto investimenti per oltre 15 miliardi di dollari, inclusi quasi 5 miliardi in sovvenzioni e prestiti da Canada, Unione europea, Germania, Polonia e Svezia, contratti miliardari e collaborazioni con Volkswagen, BMW, Volvo, Scania.
Fallimento Elettrico della Northvolt
Insomma Northvolt è stato un mastodontico collettore di investimenti pubblici e delle multinazionali dell’auto convogliati verso la mobilità elettrica, tanto che appena l’anno scorso Reuters ha parlato di una possibile quotazione in Borsa e di una valutazione superiore ai 20 miliardi di dollari. Tra i principali azionisti figurano il gruppo Volkswagen con il 21% e Goldman Sachs con il 19% delle quote. La banca d’affari americana ha già annunciato che entro fine anno “procederà a svalutare interamente la sua esposizione a Northvolt, che ammonta a 896 milioni di dollari“, come riporta Start Magazine (Fonte: Startmag.it) . Nel frattempo, Volkswagen ha comunicato che la sua partecipazione, valutata 1,4 miliardi di euro, vale oggi meno della metà.
Il 21 novembre 2024 grazie al Chapter 11, la sua filiale americana ha chiesto l’amministrazione straordinaria: Northvolt ha debiti per 5,8 miliardi di dollari e 30 milioni di liquidità, una somma in grado di garantire il proseguimento delle operazioni per appena una settimana.
Sulle cause vengono annoverate:
- questioni di sicurezza produttiva nello stabilimento di Skelleftea proprio dove a Dicembre 2021 era stato annunciata il primo assemblaggio di una batteria progettata e interamente prodotta in Europa: un operaio morto in una esplosione in fabbrica altri 3 in corcostanze ambigue , un altro operaio edile morto all’interno dello stabilimento.
- l’utilizzo di macchinari cinesi e sudcoreani che richiedono una manutenzione costante e pare che i dipendenti della startup abbiano avuto difficoltà a comunicare con l’assistenza tecnica asiatica
- l’avvio della costruzione di tre gigafactory in due paesi diversi mentre nella fabbrica di Skelleftea si produceva in perdita per circa 1,2 miliardi all’anno
- l mercato europeo delle auto elettriche non aiuta: quest’anno la crescita è stimata vicina allo zero, mentre quello cinese viaggia verso il +30%. (vedi anche Wired qui)
Prospettive? Arrivano i cinesi
Il crollo di Northvolt mette in luce i limiti della strategia europea nel settore delle batterie. I grandi gruppi asiatici – soprattutto i cinesi Catl e Byd, ma anche i sudcoreani Lg Energy Solution e Sk On – controllano circa il 70% del mercato globale delle batterie per auto elettriche, componente che incide per circa il 40% sul prezzo finale dei veicoli.
Il governo della Svezia ha detto che non provvederà al salvataggio di Northvolt né entrerà nel capitale.
Interverrà qualcuno? Il NY times vocifera di trattative già avviate segretamente con CATL. Il sogno europeo dell’industria elettrica è morto prima di nascere.
Fallimento Energica
Il caso del Fallimento Energica ( Energica Motor Company) si colloca sul segmento opposto dei produttori di veicoli elettrici: una piccola eccellenza italiana, pioniera nella produzione di moto elettriche e realizzate proprio nel distretto italiano dei motori, Modena (Soliera per la precisione).
Il 14 Ottobre di quest’anno Energica rende noto con un comunicato stampa (consultabile qui) che si appresta ad accedere alla liquidazione giudiziale.
Energica è stata una pioniera della produzione di moto elettriche, progettata nel 2009, fondata ufficialmente nel 2014, nel 2016 ha raccolto una capitalizzazione di 37,3 milioni di Euro.
Nel 2021 entra nell’orbita del fondo americano Ideanomics Inc., e lancia sul mercato il modello Experia, raggiungendo volumi di vendita e ricavi record di 13 milioni di euro, il 200% rispetto al 2020.
Nel Marzo 2022, Ideanomics ha portato a termine un’OPA volontaria totalitaria di successo, che ha permesso ai soci di trasformare l’azienda in una realtà privata, rendendola così più libera e flessibile nella gestione dei finanziamenti e agile nella crescita.
Tuttavia, la successiva crisi del mercato elettrico e la diminuzione degli investimenti nel settore ha impattato su Ideanomics, compromettendo le capacità di investimento in Energica.
Ancora una volta il mercato, supremo giudice della Storia Economica, ha decretato la fine di un sogno pieno di speranze, di passione e anche di eccellenza. La crescita dei Due Ruote elettrici si è arrestata a partire da quel 2022, dopo un 2021 molto promettente.
Il segmento più refrattario all’elettrico è stato proprio quello delle moto. La moto è una passione inscindibilmente legata al rombo del motore e quindi le moto elettriche hanno accusato il rigetto del pubblico ancor più degli scooter negli ultimi 2 anni.
Energica, dopo una fase di sogno e speranza, ci lascia con un altro tassello del fallimento elettrico made in Ue.