Elkann e De Meo implorano, cancellate lo stop al motore termico

Gli amministratori delegati dei due gruppi automobilistici Europei Stellantis e Renault, con una giravolta a 180 gradi rispetto alle posizioni del passato, implorano la Commissione Europea di cancellare lo Stop al motore termico previsto per il 2035, pena la cancellazione dell’industria europea dell’auto dalla faccia della terra.
Inutile ricordare le interviste di De Meo, di neanche un anno fa, in cui ammoniva gli scettici che era un “grave errore strategico cambiare target elettrico” (vedi qui l’intervista di Luglio 2024 riportata da FormnulaPassion ad esempio)

In una intervista al quotidiano Francese “Le Figaro” suonano la carica per una revisione radicale delle politiche comunitarie stabilite per affossare l’industria automobilistica europea e lo stesso diritto alla circolazione di larghissimi strati della popolazione europea. (vedi l’intervista integrale qui)
Il mercato europeo dell’auto è in declino da cinque anni – sottolinea Elkann riferendosi al periodo prima delle Restrizioni del 2020 – ed è l’unico tra quelli globali a non aver ancora recuperato i livelli pre-Covid“. Nel 2019 in Europa si immatricolavano 18 milioni di veicoli, nel 2024 solo 15 milioni, con una prospettiva ancora di declino.
- Nuove regole su emissioni e motorizzazioni da applicare solo ai modelli futuri, esonerando quelli esistenti
- Regolazioni raggruppate e non introdotte a cadenza, per poter attuare una pianificazione industriale
- Un interlocutore unico a Bruxelles, laddove oggi operano invece diverse Direzioni generali (almeno 5) con strategie a volte contraddittorie.
L’unico continente al mondo contro l’auto è l’Europa
“Le nostre auto sono diventate troppo complesse, pesanti e care – De Meo – e la gente, semplicemente, non può più permettersele”: la colpa è non solo delle disponibilità dei cittadini Ue, ma dell’istituzione che ha reso troppo severa la regolamentazione sulle auto, per chi produce e per chi acquista, ovvero l’Unione Europea.
Tra il 2015 e il 2030, riporta de Meo, il costo di una Renault Clio aumenterà del 40% (ma nel 2015 a 13.000€ c’erano le 4 cilindri 1.2 !!!!!! ndr), e il 92,5% di questa differenza è dovuto a nuove normative.
“La normativa europea si è modellata sulla logica dei marchi premium, che esportano e fanno lobbying a Bruxelles. Ma sono i costruttori generalisti che fanno girare il mercato”, osserva de Meo.
Renault e Stellantis chiedono una revisione profonda delle regolamentazioni, a partire da una differenziazione normativa tra auto piccole ed auto di grandi dimensioni.
“Non è possibile trattare una citycar come una berlina di cinque metri e mezzo”, spiega de Meo.
Recuperare il costo di un adeguamento normativo su una vettura premium è più facile, e le Case sono costrette a puntare su questo tipo di prodotti per mantenere una marginalità.
Entrambi i leader inoltre richiamano il modello giapponese delle kei car. Questo tipo di mobilità sembrerebbe ben accolto dai due Amministratori Delegati, e si configura come una un mezzo cittadino di piccole dimensioni e costo contenuto

La scadenza del 2035 è alle porte e l’obiettivo zero emissioni è giusto, dicono i due, ma va declinato in ottica di neutralità tecnologica. Il mercato non compra quello che l’Europa vuole vendergli, spiegano, e l’elettrico da solo non basta.
De Meo rilancia inoltre l’utilità dei range extenders (piccoli motori termici che ricaricano le batterie) e propone un approccio basato sull’intero ciclo di vita del veicolo, non solo sulle emissioni “dal serbatoio alla ruota”. Elkann, dal canto suo, sottolinea che la transizione va pensata anche per i veicoli commerciali leggeri, perché “se l’autonomia si riduce troppo a causa delle batterie, quei mezzi diventano inutilizzabili. E sono strumenti di lavoro per milioni di europei“.
Il punto è uno: se l’Europa vuole restare una potenza industriale, deve agire. Altrimenti, semplicemente, dovrà abbandonare l’industria dell’auto, con conseguenze pesantissime sull’economia comunitaria. Per non parlare dei bilanci: l’automotive genera circa 400 miliardi di euro di entrate fiscali l’anno in Europa.
“Tutti i paesi con un’industria automobilistica difendono il loro mercato. Tranne l’Europa”, sottolinea piccato de Meo (basti guardare agli Stati Uniti che firmano decreti su decreti, impongono dazi su dazi, o alla Cina dove le strategie industriali aggressive sono supportate dal Governo).
“Nel 2025 si decide tutto – conclude secco Elkann – Tra cinque anni sarà troppo tardi”.
Tradotto: cambiare i Regolamenti Ue subito, immediatamente. Che dire? Meglio tardi che mai.