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16 Ottobre 2024

Autovelox irregolari, indagini e multe annullate

Si muove la magistratura in Veneto e Puglia contro gli Autovelox irregolari, ma dovremmo forse dire “imbroglioni”.

La notizia è che la Procura di Padova ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di falso ideologico, dopo le denunce indirizzate ai Comuni che hanno installato apparecchi velox “approvati” dalle amministrazioni, ma non “omologati”. L’annosa questione che abbiamo già trattato in un altro nostro articolo riguardante Verona (clicca qui per vedere) ripropone la differenza fra la procedura di “approvazione” di uno strumento di rilevazione della velocità, e che viene effettuata dal Ministero dei Trasporti su un prototipo dell’apparecchio depositato dall’azienda produttrice, e “l’omologazione” che invece riguarda l’apparecchio effettivamente installato su strada e che misura concretamente la velocità dei veicoli che vengono multati (e che dovrebbe essere effettuato presso il Mise) come ha stabilito una recente sentenza della Cassazione peraltro in linea con altre pronunce precedenti.

Tremano i dirigenti che si sono occupati degli iter amministrativi per l’installazione di 9 autovelox di Padova, Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Carmignano di Brenta, Camposampiero, Piove di Sacco e Villa del Conte (qui un autovelox era stato abbattuto da ‘Fleximan’ , il 22 gennaio scorso, e riattivato dopo poco) (vedi l’ansa qui)

Le denunce sono state depositate dall’associazione Altvelox, ed il suo presidente, Gianantonio Sottile, si attende che dopo quella Padova, vi sia l’apertura di fascicolo d’inchiesta analoghi da parte di altre Procure del Veneto che hanno ricevuto le denunce.

Secondo l’associazione tra il 2021 e il 2023 hanno portato un incasso di 17 milioni di euro.

Autovelox irregolari Lecce annulla le multe

Nel frattempo a Lecce il Giudice di Pace ha annullato ben 107 multe per un totale di 29.000 euro di spese legali che dovrà sostenere il comune di Galatina, riguardo un autovelox posizionato sulla statale statale 101. Il Giudice di Pace ha infatti accolto i numerosi appelli dei cittadini contro le sanzioni per eccesso di velocità, emesse da un autovelox installato lungo la strada statale 101, ritenuto non regolarmente omologato.

L’assenza di omologazione da parte del Mise è stata considerata un vizio cruciale che compromette la validità della sanzione amministrativa. Inoltre, il giudice ha rilevato un’ulteriore irregolarità nella calibrazione del dispositivo. È emerso che solo il prototipo del sistema autovelox era stato tarato, mentre lo strumento effettivamente installato sulle strade non ha subito la stessa verifica. Tale carenza metterebbe in dubbio l’accuratezza del dispositivo nel rilevare le infrazioni, poiché non vi è la certezza che l’apparecchio in uso fosse in grado di misurare correttamente la velocità dei veicoli (vedi tutta la notizia qui).

La guerra fra automobilisti e comuni sulle multe da Autovelox è aperta ed i ricorsi, dopo la pronuncia della Corte di Cassazione sull’obbligatorietà dell’omologazione di quest’anno (Cass. sent. n. 10505/2024), sembrano dar ragione ai ricorrenti. Oltre all’irregolarità dello strumento che rileva l’infrazione sembra comunque emergere dalle varie inchieste aperte in Italia su questo spinoso tema, anche una finalità distorta dell’autovelox che teoricamente dovrebbe garantire la sicurezza stradale, mentre i ricorrenti evidenziano come moltissimi di questi sono posizionati lungo arterie stradali diritte, molto trafficate e con scarsa incidentalità.

Va da se che la motivazione del posizionamento andrebbe quindi ricercato dalla finalità di fare cassa da parte di molte amministrazioni comunali, che vedono nell’autovelox un “salva” bilancio.

Il decreto Autovelox del Ministro Salvini, del Maggio di questo anno, pur avendo disciplinato molti aspetti controversi sui posizionamenti degli autovelox (distanza dei cartelli segnalatori, distanze fra autovelox consecutivi, requisiti per il posizionamento in città etc. ) non ha normato l’aspetto dell’omologazione. Questa situazione lascia aperta la porta alle contestazioni dei multati da una parte, e dall’altra al mantenimento in servizio degli apparecchi non “omologati” da parte dei comuni.

E chi non contesta, paga.

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