Accordo di Bacino padano
L' Accordo di Bacino Padano è una conseguenza della direttiva Ue 2008/50 relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa. All'Italia l'Ue imputa tre infrazioni, per i tre inquinanti PM10, PM2,5 e biossido di azoto, localizzate in alcune Regioni e territori.
In risposta a queste procedure di infrazione aperte a partire dal 2014, di cui una culminata nel 2020 con una sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia (causa 644/18) per il superamento delle concentrazioni di particelle PM10 nell’insieme delle zone interessate, Il 9 Giugno 2017 le 4 principali Regioni a nord della linea gotica (Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) hanno sottoscritto col ministero dell'Ambiente l'Accordo di Bacino Padano.
Il Presupposto della Corte e della Commissione Europea è che le polveri sottili siano di origine antropica e le amministrazioni non abbiano messo in campo tutte le misure atte a scongiurare questa situazione.
Queste tre parole "Accordo Bacino Padano" innescano negli amministratori locali una scia di divieti e restrizioni alla mobilità dei cittadini.
L'accordo obbliga una serie di comuni a limitare al loro interno a limitare le fonti di emissione delle famigerate polveri sottili, secondo uno schema minimo comune. Sono individuate limitazioni alla circolazione dei veicoli (in particolare per i motori diesel datati). Oltre al traffico veicolare, l'accordo colpisce anche altre fonti di PM10 ossia combustioni da biomasse (legna e pellet) per riscaldamento, lo spandimento dei liquami agricoli, ma tralascia completamente quelle industriali.
Il territorio della Pianura Padana, Stretto fra le Alpi e gli Appennini, e con deboli ventilazioni presenta specifiche condizioni favorevoli all'accumulo di queste “polveri sottili”.
Tappe dell'Accordo di Bacino Padano
Le 4 Regioni sopra menzionate si impegnano ad attuare il blocco alla circolazione nei comuni individuati come “responsabili” degli sforamenti di tutte le auto e veicoli commerciali Diesel
• fino a Euro 3 dal 1 Ottobre 2018,
• fino a Euro 4 dal 1 Ottobre 2020,
• fino a Euro 5 dal 1 Ottobre 2025
nel periodo dell'anno che vanno dal 1 Ottobre al 31 Marzo in allerta verde, ovvero come misura base da inasprire nei periodi di sforamento delle polveri
Questo accordo è inteso dalle Regioni come misura minima comune alla quale Regioni e Comuni possono aggiungere ulteriori restrizioni, come ad esempio ha fatto Milano.
Di fatto con la sentenza del 10 novembre 2020 della Corte di Giustizia Europea che condanna l'Italia per gli sforamenti dei PM10, le Regioni hanno ampliato il periodo delle limitazioni alla circolazione, in Veneto e Lombardia portandolo dal 1 Ottobre al 30 Aprile (prolungamento di un mese), in Piemonte dal 15 Settembre al 15 aprile. In Emilia Romagna invece il periodo è rimasto il semestre Ottobre-Marzo, ma con inasprimento di misure collaterali come le domeniche ecologiche (clicca qui per l'Emilia Romagna).
Inoltre tutte le Regioni dell'Accordo di Bacino Padano hanno inserito nei propri piani una diversa modalità di rilevamento di concentrazioni di PM10 e relativi sforamenti, nei rispettivi bollettini, non più riferito a valori rilevati oggettivamente dalle centraline, bensì a valori previsionali calcolati (si veda la pagina in dettaglio “Bollettini e Allerte”).