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8 Aprile 2025

Chiudono fabbriche di batterie e auto elettriche negli Usa

chiudono fabbriche di batterie

Nel primo trimestre del 2025 negli Stati Uniti chiudono fabbriche di batterie e stabilimenti di auto elettriche ad un livello ragguardevole.

Nonostante negli ultimi anni negli Stati Uniti siano spuntate un’ondata di fabbriche di veicoli elettrici, alimentate dagli sgravi fiscali dell‘Inflation Reduction Act e dalle promesse di posti di lavoro soprattutto nelle aree repubblicane, molti di questi progetti sono stati abbandonati, secondo un nuovo articolo del Washington Post .

Anche prima dei nuovi dazi dell’ex presidente Trump (ne abbiamo parlato qui), la svolta verso l’energia pulita stava già perdendo slancio.

Secondo Atlas Public Policy, solo nel primo trimestre del 2025 sono stati annullati più progetti legati ai veicoli elettrici che nei due anni precedenti messi insieme.

chiudono fabbriche di batterie
Cancellazione di progetti di produzione di energia “green” in Miliardi di dollari in Usa

Tra le perdite: un impianto di barriera termica per batterie da 1 miliardo di dollari in Georgia e una fabbrica di batterie agli ioni di litio da 1,2 miliardi di dollari in Arizona. Migliaia di posti di lavoro sono ora in discussione, gettando dubbi sul futuro della produzione di EV locale (Fonte: Zerohedge)

Questa fuga dalla costruzione di batterie elettriche e di auto elettriche Bev e Phev negli Usa è stata accelerata dalle proposte repubblicane di abrogare gli incentivi sui crediti d’imposta per i costruttori di veicoli elettrici istituiti dall’amministrazione Biden. Queste tecnologie si stanno rivelando delle forme parassitarie di produzione che spuntano e scompaiono alla presenza o meno delle sovvenzioni statali.

Con i cambiamenti della politica energetica dell’amministrazione Trump che contempla l’eliminazione dei crediti d’imposta per i veicoli puliti e l’indebolimento delle normative sulle emissioni allo scarico i ricercatori della Princeton University stimano che i risultati saranno:

  • L’annullamento di tutta la “pianificata costruzione ed espansione della capacità di assemblaggio di veicoli elettrici negli Stati Uniti”.
  • La chiusura di una percentuale compresa tra il 29% e il 72% della capacità produttiva degli impianti di produzione di celle per batterie e la cancellazione di tutte le strutture pianificate.
  • Le vendite di veicoli elettrici diminuiranno di circa il 30% entro il 2027 e del 40% entro il 2030 rispetto alle proiezioni previste dalle attuali politiche.
  • Si prevede un calo del 18%-40% nella crescita della quota di mercato dei veicoli elettrici nei prossimi cinque anni.
  • Un calo cumulativo di 8,3 milioni di veicoli elettrici e ibridi plug-in sulle strade degli Stati Uniti entro il 2030 (Fonte: Emergingtechbrew)
chiudono fabbriche elettriche
Joe Biden vara l’Inflaction Reduction Act nel 2022

 
Attualmente negli Stati Uniti sono presenti più di 500 stabilimenti di produzione di veicoli elettrici in quasi tutti gli stati. Nel frattempo: l’International Council on Clean Transportation ha pubblicato un’analisi secondo cui l’abrogazione dell’IRA (L’Inflaction reduction Act che ha introdotto fra le altre un contributo fino a 7.500 dollari per ogni veicolo elettrico acquistato) metterebbe a rischio 130.000 posti di lavoro nel settore automobilistico statunitense e altri 310.000 posti di lavoro indirettamente correlati entro il 2030.

Le perdite di posti di lavoro previste sarebbero più estreme negli stati con grandi concentrazioni di investimenti nella produzione di veicoli elettrici e batterie, come Michigan, Tennessee e Texas.

Nel frattempo l’Ue tergiversa confermando gli obiettivi del Bando alle auto termiche per il 2035 e gli obiettivi di emissione di 94 g/km di CO2 per il triennio 2025/2027 ma concedendo di calcolarli su una media triennale anzichè annuale. Questo da un lato concede una sostanziale dilazione delle multe miliardarie alle Case costruttrici per quest’anno, ma dall’altro conferma un quadro ancora ancorato su obiettivi irrealistici e sostanzialmente bocciati dal mercato, che impedirà il cambio di paradigma ai costruttori europei. Le case costruttrici hanno bisogno di certezza normativa per programmare modelli ed investimenti e l’attuale quadro delineato a Marzo dall’Ue rimane sostanzialmente invariato e legato all’imposizione della tecnologia elettrica che ha provocato la crisi attuale

Autore: Roberto Menego
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