L’Ue chiede all’India dazi Zero sulle auto, ma in cambio di cosa?

L’Unione Europea vuole dall’India dazi zero “sulle importazioni di automobili nell’ambito di un accordo commerciale in sospeso da tempo e il governo del Primo Ministro Narendra Modi è intenzionato ad addolcire la sua attuale proposta per concludere i colloqui, hanno riferito alcune fonti a Reuters. L’India è aperta alla riduzione graduale delle tariffe al 10% da oltre il 100%, hanno affermato due fonti del settore e un funzionario governativo. Ciò nonostante le pressioni del settore affinché l’India mantenga almeno una tariffa del 30% anche se inizia a ridurre l’imposta, e anche a non modificare i dazi all’importazione sui veicoli elettrici per altri quattro anni per proteggere gli operatori nazionali” (Fonte: Reuters).
Analoga richiesta è stata fatta nelle settimane scorse anche da Donald Trump per quanto riguarda i produttori Usa.
L’Unione Europea sta in sostanza cercando di dirottare in altri mercati le Mercedes, Volkswagen e BMW che verranno sostanzialmente escluse dal mercato statunitense in seguito all’imposizione del 25% dei dazi da parte di Trump (ne abbiamo parlato in dettaglio qui)
MERCATO FORTEMENTE PROTETTO
Il mercato automobilistico indiano, che produce 4 milioni di unità all’anno, è uno dei più protetti al mondo e le case automobilistiche nazionali hanno sostenuto che drastici tagli tariffari avrebbero spazzato via gli investimenti nella produzione locale, rendendo le importazioni più economiche.

Colossi dell’Auto come Tata Motors e Mahindra hanno fatto pressioni contro l’abbassamento dei dazi sulle importazioni di veicoli elettrici, affermando che avrebbe danneggiato un settore in cui hanno investito molto e in cui intendono investire più denaro. L’industria automobilistica indiana ha proposto un’immediata riduzione delle tariffe su un numero limitato di auto a benzina al 70% da oltre il 100% e poi l’esecuzione di tagli in fasi fino al 30%. Sui veicoli elettrici, le case automobilistiche non vogliono tagli tariffari fino al 2029, seguiti da una riduzione graduale su importazioni limitate al 30%, hanno affermato le fonti.
Quale sarà la contropartita indiana?
Si è ampiamente riconosciuto in questi giorni, che l’imposizione generalizzata di dazi degli Usa risponde ad una esigenza americana di ridisegnare la geografia del commercio mondiale ed il caso Ue India sembra esemplificativo.
La disponibilità indiana a colpire l’industria motoristica nazionale abbassando pesantemente i dazi (vedremo fino a che punto) reindirizzerà verso est le portacontainer che partiranno con Suv e berline assemblate in Europa alla volta di Delhi. Ma al contempo creerà nuovi flussi in direzione inversa.
” l’India vuole più accesso a farmaci, prodotti chimici e tessili, acciaio, cemento, prodotti agricoli (tema sul quale emergeranno preoccupazioni in Europa)” (Fonte Il Secolo XIX).
Se l’accordo andrà in porto (era prevista la conclusione entro fine 2025 ma gli ultimi avvenimenti sembrano dare una accelerata) dovremmo attenderci quindi una discreta batosta per gli iperprotetti e ipersussidiati agricoltori europei, ma non solo.

“Il consiglio per il commercio e la tecnologia India-Ue lavorerà per strutturare la cooperazione su catene logistiche, accesso al mercato e barriere al commercio, rafforzamento degli ecosistemi dei semiconduttori (compresa la fornitura), intelligenza artificiale, elaborazione ad alte prestazioni, 6G, infrastruttura pubblica digitale, tecnologie di energia verde, riciclaggio di batterie per veicoli elettrici, dei rifiuti di plastica raccolti in mare e dei rifiuti convertibili in idrogeno verde/rinnovabile.” (Fonte: Il Secolo XIX).
Insomma si stanno ridisegnando i flussi mondiali di merci e questo provocherà diversi scossoni tenendo presente che l’imputato principale di questo processo allestito alla Casa Bianca è la Cina e subito dopo viene l’Auto Europea (tedesca in primis).
Ma se si cominciasse con l’eliminare le folli normative “green” sulle auto, non potrebbe essere un primo passo sensato che l’Ue può fare senza subire ripercussioni esterne?