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4 Febbraio 2025

Trump sospesi i dazi appena messi, i Marchi e Modelli colpiti

sospesi i dazi

Inaspettatamente stamattina sono stati sospesi i dazi appena istituiti il 1 Febbraio dal Presidente Usa Donald Trump su tutte le merci importate negli Usa dal Canada e Messico (pari al 25%), mentre rimangono in vigore quelli del 10% alla Cina. Comprese ovviamente le auto e la loro componentistica.

Come detto il Presidente Usa ha sospeso i dazi per 30 giorni a Messico e Canada , dopo che il presidente messicano avrebbe ” accettato di inviare immediatamente 10.000 soldati al confine con gli Usa” con lo scopo specifico di “fermare il flusso di fentanyl e di migranti illegali” negli Usa. (Fonte: Ansa). Si annuncia una trattativa lunga e ricca di colpi scena. Messico , Canada e Cina avevano immediatamente risposto che avrebbero applicato controdazi corrispondenti al valore di quelli statunitensi.

I Marchi colpiti dai Dazi in Canada e Messico

Anche l’Ue verrà colpita dai dazi Usa e gli stati stanno attendendo di vedere come finirà con Messico e Canda per prepararsi ad una eventuale risposta.

Ecco quali sono le Auto che vengono colpite da questi Dazi:

  • Gruppo Volkswagen: in Messico, nella città di Puebla si trova il più grande impianto automobilistico della VW con circa 350.000 auto prodotte nel 2023 (modelli Jetta, Tiguan e Taos), destinate per lo più all’export verso gli Stati Uniti. Nella città di San Jose Chiapa, invece, si trova lo stabilimento Audi dove si produce il modello Q5, che impiega circa 5.000 persone. Nel 2023 sono state prodotte quasi 176.000 unità, di cui 40.000 esportate negli USA nella prima metà del 2024.
  • BMW: lo stabilimento di San Luis Potosi, in Messico, costruisce Serie 3, Serie 2 Coupé e M2, destinate in gran parte al mercato statunitense. Entro il 2027, passerà alla produzione dei modelli elettrici “Neue Klasse”.
  • Stellantis: il gruppo multinazionale presieduto da John Elkann possiede due siti produttivi in Messico (Saltillo, per pickup e furgoni con il marchio Ram (Ram 1500 ndr), e Toluca, per la suv Jeep Compass) e due in Ontario, Canada (Windsor e Brampton) dove si producono veicoli Chrysler e Jeep. Le vetture prodotte in questi siti sono esportate in parte negli States.
  • Fornitori europei: aziende come Autoliv, Michelin, Pirelli, Brembo e Eurogroup Laminations operano in Messico e Canada, servendo i principali costruttori automobilistici, Tesla inclusa.” (Fonte: L’automobile Aci)
  • La cinese MG, aveva annunciato un impianto in Messico. Così come la cinese BYD. Ha interessi nell’area anche Jac Motors che ha una joint venture produttiva con la messicana Giant Motors.
  • Honda ha uno stabilimento a El Salto, nello stato messicano di Jalisco, Mazda produce a Salamanca, Nissan ha il suo stabilimento di riferimento ad Aguascalientes mentre i pick-up Toyota che piacciono tanto agli statunitensi, specie a quelli dell’America profonda, sono realizzati a Tacoma. La sudcoreana Kia ha una fabbrica a Pesqueria (Fonte: Startmag)
sospesi i dazi

Inoltre come abbiamo ricordato in questo articolo (clicca qui) l’accordo di Volkswagen con i sindacati IG Metall prevede lo spostamento della produzione di Golf e Golf Variant dagli stabilimenti tedeschi a quelli Messicani di Puebla a partire dal 2027, mentre la Golf Elettrica insieme a Cupra Born e ID.3 andrebbe a Wolfsburg (della serie: ma se nessuno le compra le elettriche, che cosa produranno a Wolfsburg?)

Secondo quanto riportato su Autonews da Flavio Volpe, amministratore delegato dell’Associazione dei produttori di componenti per auto, il dazio in arrivo il 4 febbraio è “superiore del 15% al margine di profitto di chiunque. Le tariffe minacciano di portare la produzione automobilistica nordamericana a un “brusco arresto”.

Per i marchi europei sono state giornate al cardiopalma. Volkswagen il 2 Febbraio ha perso il 6,2%, Stellantis il 7,7%, Bmw e Porsche di oltre il 4%. Fa meglio Renault a Parigi con un ribasso dell’1,8%. (Fonte: Borsa Italiana)

Come sottolineano diversi analisti questi dazi se attuati potrebbero paralizzare anche l’industria automobilistica statunitense, ed avranno in ogni caso l’effetto a breve termine di un rialzo generalizzato dei prezzi. Il modo di agire di Trump sembra quello di minacciare e proporre in seconda battuta un accordo temporaneo più vantaggioso per gli Usa

Autore: Roberto Menego
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