Ricorsi Autovelox, il Governo incita i comuni a un’escalation giudiziaria
Il Ministero dell’interno ha diramato una circolare sui Ricorsi Autovelox tramite le prefetture. La Circolare riporta il parere dell’Avvocatura dello Stato in merito all’annosa questione (peraltro già risolta dalla Corte di Cassazione con diverse sentenze univoche) della difformità di procedura fra omologazione ed approvazione degli strumenti di rilevazione e monitoraggio (fra i quali appunto gli autovelox).
Cosa dice l’Avvocatura dello Stato
Non abbiano avuto l’ardire di riprodurre integralmente il parere dell’Avvocatura dello Stato in merito alla strategia dei comuni da tenere di fronte ai ricorsi degli automobilisti contro le sanzioni elevate dagli autovelox “illegali”. Per cui la riassumeremo brevemente per passare poi alle conseguenze pratiche.
L’avvocatura dello Stato ha prospettato la sostanziale piena omogeneità ed identità tra le procedure tecnico-amministrative dell’omologazione e dell’approvazione divergendo esclusivamente per un dato meramente formale.
Sapendo che tale equiparazione è già stata esclusa in maniera categorica dalla Corte Costituzionale in due distinte sentenze piuttosto recenti (2024), e sulla scia di altre sentenze precedenti convergenti, l’Avvocatura suggerisce ai comuni di produrre nuova documentazione a supporto delle tesi dell’Avvocatura “fin dai primi gradi di Giudizio”. Più avanti però riconosce l’Avvocatura
“sottolinea come la proposizione di un ricorso per Cassazione… si esporrebbe a una elevata alea di inammissibilità ex art. 360-bis, comma 1, n. I, c.p.c. o, quantomeno, di infondatezza”
Libera interpretazione del testo offerta da Bloccoauto:
“Cari Comuni, sappiamo benissimo che i ricorsi sulla questione omologazione si concluderanno in Cassazione con la Censura delle Amministrazioni e l’annullamento delle sanzioni, ma noi vi esortiamo a ricorrere sempre contro le pronunce di primo grado, anche con argomentazioni già cassate. Confidiamo che le spese legali di opposizione scoraggino i cittadini da pretendere giustizia“
(ripetiamo: è una libera interpretazione di Bloccoauto, carica di un tantino di malizia che è solo nella nostra lettura, e non nel testo letterale che riproponiamo qui sotto)
Come abbiamo spiegato in altro articolo (vedi qui) l’articolo 142 comma 6 del Codice della Strada non è stato toccato dalla nuova versione appena approvata ed impone l’omologazione di ogni singolo dispositivo per la rilevazione di velocità.
Da qui, dal 2024 si è liberata la valanga di sentenze favorevoli ai cittadini contro i Comuni sulle multe degli autovelox, che sta drenando ingenti somme alle casse di questi enti pubblici che per anni hanno lucrato su questi dispositivi. In molti casi le amministrazioni hanno preferito tenere spenti questi dispositivi proprio per la consapevolezza che il loro uso era evidentemente illegale (ne abbiamo parlato qui). Ed inchieste penali contro varie amministrazioni per l’uso di apparecchiature irregolari che misuravano velocità in maniera errata, con sequestri dei dispositivi in tutta Italia.
Ora la Circolare verso la fine accenna al Tavolo Tecnico fra i rappresentanti del Ministero dei Trasporti, del Mise, dell’Interno e dell’Anci “per definire le procedure per l’omologazione del prototipo, la taratura e le verifiche di funzionalità dei dispositivi”.
Ecco a cosa mirano quindi i comuni, con questa linea del resistere resistere, resistere: bloccare i ricorsi nei tribunali finchè non arriveranno le procedure per poter installare finalmente degli autovelox “regolari” ovvero debitamente omologati. E se invece i ricorsi andranno avanti fino in Cassazione, dove presumibilmente le tesi dei Comuni soccomberanno cosa accadrà? “Le amministrazioni locali potrebbero perdere milioni di euro di entrate derivanti dalle sanzioni, con ripercussioni dirette sui bilanci” scrive il Corriere della Sera
Ma se approvazione ed omologazione sono procedure equivalenti, che divergono solo per dato formale come sostiene l’Avvocatura ed il Ministero dell’Interno, a cosa serve il Tavolo Tecnico?