Cassazione sconfessa i test antidroga alla guida per i falsi positivi
Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione getta le basi per la sconfessione dei test antidroga alla guida previsti dalla Riforma del Codice della Strada di Salvini.
La riforma infatti ha reso la sola positività al test antidroga salivari per l’incriminazione penale, senza la necessità di dimostrare l’alterazione psicofisica del conducente al momento della guida. In questo modo risultano positive al test e quindi penalmente condannabili persone perfettamente lucide alla guida, ma che fanno uso di droghe a scopo terapeutico, oppure che hanno assunto sostanze molto tempo prima del controllo, oppure che assumono farmaci regolarmente prescritti o da banco che danno positività alle droghe ai test salivari.
La Cassazione interviene con la sentenza n. 2020/2025, depositata il 17 Gennaio 2025 sul caso di un guidatore cui era stata ritirata la patente in seguito ad esami di laboratorio sulle urine per determinare l’assunzione di droghe. Questa sentenza si riferisce ad una caso successo (ovviamente) molto prima dell’attuale riforma, risalente al Febbraio 2021, e soggiace alle norme che ancora prevedano il requisito dell’alterazione psicofisica al momento della guida. Ma gli Ermellini indicano una metodica valida anche per sanare i problemi introdotti dalla recente modifica del Codice della Strada. (vedi anche qui la notizia)
In attesa della pronuncia sui primi ricorsi contro la nuova normativa (ricordiamo qui l’autoincriminazione del radicale Blangino in questo articolo fatta apposta per arrivare il prima possibile ad una sconfessione giudiziaria) questa pronuncia fornisce già dei punti fermi giuridici su cui interverranno i Giudici.
L‘esame del sangue è il metodo appropriato
La Cassazione, rigettando gli esami delle urine come metodica valida per stabilire l’alterazione del conducente nel caso sottoposto, indica l’esame del sangue il test più attendibile per dimostrare l’assunzione recente di droghe. Infatti l’esame delle urine può risultare positivo per diversi giorni o settimane dopo l’assunzione di sostanze o farmaci.
In aggiunta la Cassazione ha stabilito l’imprescindibilità di una valutazione globale del comportamento del conducente al momento del controllo, come l’eloquio, la coordinazione dei movimenti e lo stato di agitazione o euforia, per accertare l’effettiva alterazione psicofisica. L’esatto opposto delle norme appena introdotte che sottopongono l’infrazione dell’articolo 187 del CDS alla sola positività ai test salivari, che ricordiamo, hanno sensibilità diverse e possono rintracciare sostanze (e farmaci) nel corpo anche a distanza di qualche giorno (ne abbiamo parlato specificamente anche qui)
In sostanza, l’esame del sangue diventa la prova principale per dimostrare l’alterazione psicofisica, mentre l’esame delle urine e la valutazione del comportamento assumono un ruolo complementare.
Le conseguenze sulla Riforma, serve il medico
Anche se come abbiamo detto, questa sentenza non impatta direttamente sulla normativa introdotta perchè il caso sollevato era accaduto sotto la vigenza della vecchia normativa, l’indicazione di come si molto probabilmente si muoverà la Cassazione nei ricorsi che si presenteranno è chiarissima.
- I test antidroga dovranno verificare l’effettiva «vicinanza temporale» tra il controllo e l’uso della sostanza e quindi il più appropriato è l’esame del sangue
- Il Prelievo del sangue è un atto medico e non può essere eseguito dalle forze dell’ordine. Cade la ratio stessa di questa riforma, che su richiesta dell’Asaps (vedi l’articolo qui), per procedere ai ritiri della patente velocemente e senza medici tra i piedi, aveva disposto nei soli test salivari lo strumento per condannare a 3 anni senza guida i malcapitati, lucidi si o lucidi no.
- Serve la verifica della lucidità del conducente da parte degli agenti, che comprenda coordinazione psicomotoria, stato di agitazione, capacità di parlare
In attesa che i ricorsi post-riforma arrivino davanti ai primi gradi di giudizio rimane ancora aperta l’emanazione di direttive da parte del Tavolo Tecnico che il Ministro Matteo Salvini avrebbe convocato per mettere al riparo dai test antidroga i pazienti che assumono quei farmaci che danno positività ai test. Si tratta della cannabis terapeutica, degli antidolorifici oppioidi, delle benzodiazepine, ma anche di una quantità di farmaci piuttosto estesa e dei quali non c’è al momento una tabella ministeriale completa. Al momento in cui scriviamo di questo tavolo Tecnico non si ha più nessuna notizia