Stangata accise sul Diesel in arrivo
Con l’esposizione melliflua del ministro Giorgetti l’aumento delle accise sul diesel è stato finalmente annunciato Governo. La strategia comunicativa si è incentrata nel camuffare l’aumento dietro il termine “allineamento” ma la sostanza non cambia.
“Abbiamo scritto allineamento, che è un obbligo che deriva da impegni europei rispetto ai sussidi ambientalmente dannosi”, ha spiegato il ministro dell’Economia, durante un’audizione sul Piano strutturale di bilancio. “Significa che probabilmente ci sarà una diminuzione delle accise sulla benzina e un aumento di quelle sul gasolio. Dobbiamo calare quest’obbligo con gradualità, evitando contraccolpi alle categorie professionali” (vedi anche qui)
Al di là dell’esistenza di un obbligo o meno di questo aumento di tassazione sul diesel derivante da specifiche normative Europee, chiamate in causa dal Ministro ma decisamente negate dai sindacati del trasporto come Unatras che ha già annunciato l’intenzione di proclamare il fermo dell’autotrasporto (vedi le dichiarazioni Unatrans qui), il provvedimento viene contestato da più parti nel merito.
Accise sul Diesel e domanda di gasolio
In Italia nel 2023 sono stati consumati 23,3 milioni di tonnellate di gasolio per autotrazione, a fronte di soli 8,2 milioni di tonnellate di benzina, e ciò è dovuto ad un parco circolante di camion e furgoni quasi al 100% diesel, ed un parco circolante auto ancora significativamente popolato di auto a diesel.
In Veneto le autovetture a Diesel coprono ancora più di metà del parco circolante auto (ne abbiamo parlato qui, guarda i dati)
Questo significa che un abbassamento delle accise sulla benzina ed un pari innalzamento delle accise sul Diesel porterà ad un esborso teoricamente triplo di accise dai consumatori verso le casse dello Stato.
Di fronte alla levata di scudi delle associazioni di autotrasportatori e associazioni dei consumatori che paventano una infiammata dell’inflazione dato che tutte le merci viaggiano su camion a gasolio, Giorgetti si è affrettato a rassicurare i trasportatori, ricordando che essi godono di una disciplina specifica che li metterebbe al riparo da questo aumento (leggi l’Ansa qui). Dimenticando però che questa disciplina non riguarda tutti gli autotrasportatori alla stessa maniera.
Penalizzare il gasolio aumenta l’emissione di CO2
A noi spetta rimarcare la plateale illogicità di un attacco al Diesel con gli obiettivi dichiarati alla base del provvedimento che sarebbero quelli della “decarbonizzazione”. Ecco il punto della questione espressa dal Ministro:
“Sulla base degli impegni Pnrr, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica, approvato nel 2022, il governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi.”
Anche la pronuncia favorevole anticipata della Corte dei Conti su questo provvedimento (vedi qua) nomina infatti la diminuzione di Nox, particolato e Ozono fra le conseguenze dell’innalzamento delle accise Diesel, ma non prende in considerazione l’effetto ad esempio sulle emissioni degli idrocarburi incombusti, o della CO2, che vengono emessi principalmente da auto a benzina.
I motori Diesel emettono meno CO2 (anidride carbonica) per Km rispetto ai motori benzina di pari potenza, e spostare i consumi dal gasolio alla benzina significa incrementare l’emissione di CO2…
Come si vede, una scusa vale l’altra per alzare le tasse sulla mobilità degli italiani. Ed in questo caso hanno perfino preso un pretesto palesemente errato. Ma tanto vale. Alla fine i pretesti svaniscono nel giro di due giorni. Mentre l’accisa innalzata resterà per decenni.